Gli eventi musicali post Covid esistono: ecco come organizzarli e le proposte più coraggiose dell’estate

Se c’è una cosa che l’emergenza Covid ha insegnato al mondo dello spettacolo, è che serve una regolamentazione chiara, e una tutela forte dei professionisti coinvolti. Ma anche che urge un riconoscimento istituzionale delle realtà che hanno a che fare con la realizzazione di eventi pubblici, ma anche privati e musicali che, post Covid, torneranno a garantire il tessuto aggregativo socio-culturale del nostro paese. Nel frattempo, però, guai a dire che questa estate non si possono organizzare eventi. Questo perché se è vero che i grandi eventi musicali sono stati rimandati al prossimo anno, è altrettanto vero che dal grande lavoro fatto dagli organizzatori in questi mesi, sono nati progetti e programmazioni molto interessanti che meritano una risposta positiva, ma soprattutto attenta e consapevole, da parte del pubblico.

Andremo quindi a ripercorrere le tappe che hanno portato alla situazione attuale della convivenza tra eventi e Covid-19, illustrando gli esempi virtuosi e segnalando alcune normative regionali che possono rappresentare un punto di riferimento per organizzatori e non solo.

Il vuoto normativo

Photo Credits: Riccardo Diotallevi per Shining Production

 

Il vuoto normativo che è emerso con l’esplosione della pandemia conferma l’urgenza di una legge dello spettacolo che permetta, in primis, un riconoscimento dei professionisti dello spettacolo e delle location dove operano. I segnali di questa mancanza sono stati diversi. A partire dai contributi verso i lavoratori, il bonus di 600€, riconosciuto ai lavoratori degli eventi solamente a giugno, con un silenzio durato mesi che ha portato moltissime famiglie in situazioni di difficoltà. Si parla di 300mila lavoratori esclusi, inizialmente, dagli aiuti economici, a causa di un contratto, quello di intermittente, non riconosciuto dai decreti emessi.

In secondo luogo, le sale da concerto non sono mai state citate all’interno delle realtà economiche calendarizzate nella ripartenza, lasciando spazio a libere interpretazioni che scaricavano la quasi totalità delle responsabilità delle riaperture sugli organizzatori o titolari dei live club. In vista dell’estate, poi, il dpcm del 17 giugno, all’art 1, comma m stabilisce: “Gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto restano sospesi fino al 14 giugno 2020. Dal 15 giugno 2020, detti spettacoli sono svolti con posti a sedere preassegnati e distanziati e a condizione che sia comunque assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per il personale, sia per gli spettatori, con il numero massimo di 1.000 spettatori per spettacoli all’aperto e di 200 persone per spettacoli in luoghi chiusi, per ogni singola sala”. Ma è con quanto riportato nel punto 8 dell’Allegato 9  che si capisce chiaramente come la stesura di questo testo sia stata pensata per cinema e teatri e solo successivamente, e con gravi mancanze, è stata applicata anche per i concerti, tanto al chiuso quanto all’aperto: divieto del consumo di cibo e bevande e della vendita al dettaglio di bevande e generi alimentari in occasione degli eventi e durante lo svolgimento degli spettacoli.

È facile, infatti, pensare a sacrificare la possibilità di comprare bevande, pop corn o caramelle durante la visione di un film, non altrettanto semplice pensare di vivere un festival alla fine di luglio, in Sicilia, senza la possibilità di bere nemmeno acqua durante i concerti. Per questo è stato fondamentale il dialogo avuto con le istituzioni da parte di associazioni di categoria, come Assomusica e KeepOn LIVE, e la creazione del Forum Arte e Spettacolo nato raccogliendo le istanze provenienti dal basso da parte di una categoria che si è finalmente unita per il bene di tutte le personalità coinvolte.

Con la conferenza delle Regioni del 9 giugno la responsabilità dei permessi per gli eventi privati e pubblici passa alle norme regionali, che, fino ad ora, si sono adattata l’una all’altra permettendo così una ripartenza attenta ma permettendo agli eventi di essere organizzati.

Come organizzare un evento nell’estate 2020

Photo Credits: Riccardo Diotallevi per Shining Production

 

Il primo, doveroso, punto di riferimento per tutti coloro che si accingono a realizzare un evento dopo la crisi dovuta alla pandemia mondiale, è l’esigenza di confrontarsi con l’attuale regolamento regionale vigente. Questo perché, come abbiamo visto, sono le norme regionali a dettare cosa si possa fare a livello di aggregazione. Gli eventi sono diventati importanti strumenti di comunicazione e sensibilizzazione, grazie alle informazioni che vengono date al pubblico sul rispetto delle normative.

I punti di riferimento, validi in tutta Italia, restano comunque questi:

Il rispetto del distanziamento sociale di almeno 1 metro tra le persone presenti.

Ingresso consentito esclusivamente a persone munite di mascherina, con obbligo di indossarla laddove necessario.

Ordini di food & beverage da effettuare al posto, attraverso l’utilizzo di app, ma anche di menù mono uso o in grado di essere igienizzati al cambio di clientela presente.

Concerti possibili solo rispettando una disposizione del pubblico distanziata e con posti assegnati

La possibilità di assistere agli spettacoli da seduti, senza potersi alzare per ballare o abbracciarsi (se non tra congiunti).

Esposizione di informativa sulle norme da rispettare durante l’evento.

Realizzazione di un progetto pensato appositamente per lo spazio da convertire a zona per l’organizzazione di un evento.

Adeguamento della capienza dello spazio nel rispetto delle norme vigenti e obbligo, per eventi superiori alle 200 persone, di controllo da parte della commissione di Vigilanza e controllo che dovrà riconoscere l’idoneità dell’evento organizzato.

Oltre a queste direttive, resta ancora più importante l’attenzione, da parte degli organizzatori, nei confronti dei dettagli relativi al controllo dell’evento in corso di svolgimento. Anche i tecnici e gli addetti ai lavori devono svolgere le proprie attività nel rispetto delle norme e, laddove si rendesse necessario l’intervento dei membri della sicurezza per soccorrere una persona, in attesa del personale sanitario, è doveroso indossare guanti e mascherina per limitare possibilità di contagio.

La risposta della Lombardia

Un’analisi regione per regione potrebbe essere eccessivamente prolissa: spesso infatti le differenze sono minime e basta un passaggio sui siti territoriali di riferimento per capire i paletti messi dalle istituzioni per la realizzazione dell’evento che si ha in mente. È però utile prendere ad esame il modello della Lombardia, la regione più colpita dall’emergenza del Covid ma che non ha impedito la realizzazione di eventi anche molto interessanti.

L’informativa è costantemente aggiornata sul sito della Regione e ha in questi punti alcune delle linee guida rivolte a coloro che organizzano spettacoli all’aperto, che si differenziano da quelle descritta poco sopra.

Privilegiare, se possibile, l’accesso tramite prenotazione e mantenere l’elenco delle presenze per un periodo di 14 gg.

La postazione dedicata alla reception e alla cassa può essere dotata di barriere fisiche (es. schermi); in ogni caso, favorire modalità di pagamento elettroniche.

Distanziamento tra artisti e pubblico di almeno 2 metri.

Tutti gli spettatori devono indossare la mascherina e, se all’aperto (es. arene, anfiteatri, cinema all’aperto) tale obbligo vale dall’ingresso fino al proprio posto, o durante gli spostamenti, così come per l’uscita.

Utilizzo di sacchetti monouso porta abiti per eventuali guardaroba.

È consentito il consumo di cibo e bevande durante lo svolgimento dello spettacolo.

Per una lettura completa delle linee guida potete cliccare direttamente QUI

Gli esempi virtuosi

Photo Credits: Riccardo Diotallevi per Shining Production

 

Ed è proprio dalla Lombardia che partono alcuni dei modelli più virtuosi, figli della voglia di non passare un’estate fermi a guardare e dell’esigenza di ripartire offrendo cultura e aggregazione a una regione duramente colpita dall’emergenza Covid.

In una delle zone dove il campanilismo e la rivalità territoriale si è sempre fatta forte, Brescia e Bergamo si uniscono nel nome della cultura. Nasce da qui il progetto DPCM, Decretiamo Polaresco Congiunto Molloy. Si tratta di una stretta collaborazione tra Spazio Polaresco, un nuovo polo culturale aperto da poco a Bergamo e Distilleria Molloy di Brescia, la sorella minore di Latteria Molloy, uno dei riferimenti dei Live Club del Nord Italia. Dalla collaborazione di queste due realtà è nata una programmazione estiva fatta di sagre, fiere, concerti, dj set, tutti nel rispetto delle normative per gli eventi post Covid. La risposta del pubblico è stata grandiosa, con diversi sold out che hanno fatto capire quanto ci sia bisogno di eventi, ma di eventi ben organizzati.

A Mantova, invece, ha preso piede il primo Bike-In in Italia, con concerti del calibro di Niccolò Fabi. La proposta è quella di un nuovo concetto di drive-in in cui la protagonista è la bicicletta. Un compromesso perfetto per sostituire il format dei grandi assembramenti a favore di una fruizione con capienze ridotte e una struttura basata sulle distanze che garantisca la sicurezza, senza tuttavia perdere la magia e le emozioni degli show dal vivo.

In una Milano che perde quasi un intero target, con la chiusura del Circolo Ohibò e del Serraglio, e la sospensione dell’edizione estiva del Festival Mi AMI ecco che romanticamente assume ancor più significato l’apertura del Ride, un hub culturale che nasce nell’ex scalo di Porta Genova e assicura, sulle rive del naviglio una programmazione musicale degna di questo nome. È sempre a Milano, all’idroscalo, l’altra grande proposta artistica dell’estate meneghina: Cuori Impavidi. Un nome che racchiude tutto il significato di mettersi a organizzare eventi in questo periodo. Lo si fa per ripartire, con coraggio, e quel pizzico di cuore impavido che non guasta. Particolarità di questa proposta, il doppio spettacolo per gli eventi più accattivanti. Come per il live degli Eugenio in Via Di Gioia, vera sorpresa a Sanremo2020, ma arcinoti nell’ambiente della musica emergente italiana. Per loro ci sarà un doppio live, lo stesso giorno, in due momenti differenti, così da garantire al doppio delle persone permesse dalla capienza di partecipare all’evento.

A proposito di Sanremo, Diodato sarà il protagonista dell’estate: è stato il primo ad annunciare un vero e proprio tour ed è grazie a questo che si sono scoperte proposte che vanno oltre il semplice live, abbracciando l’esigenza di rilanciare anche il turismo e la cultura. Lo sanno bene dalle parti della Valle d’Aosta, dove hanno organizzato Musicastelle Outdooor. Le location dei concerti, sempre diverse, sono valli ad alta quota naturalmente spaziose e sicure. Per un’esperienza che unisce musica e natura avendo cura della salute dei partecipanti, abbiamo attuato misure di sicurezza e stabilito buone norme da seguire. Quattro concerti, quattro sold out: Diodato, Brunori Sas, Elodie, Niccolò Fabi. Cultura e turismo, un binomio perfetto, con la natura a fare da distanziamento sociale per eccellenza.

Se si parla di turismo, è impossibile non citare la Puglia, tra le prime regioni a riaprire le porte ad eventi e concerti, ma anche la Sicilia, dove Indiegeno Fest ha accettato la sfida più grande, vivendo per mesi in balìa degli eventi, ma ritardando il più possibile la comunicazione di un eventuale annullamento dell’evento. Un annullamento che non c’è mai stato, anzi: il festival si farà, sempre con Diodato ed Elodie presenti in line up, due nomi spesso presenti, e attendendo novità che non mancheranno per la stupenda cornice dell’anfiteatro di Tindari.

Ed è proprio qui che il nostro percorso raggiunge il suo massimo compimento. A tutti coloro che questa estate vorranno organizzare un evento, guardino il regolamento, puntiglioso quanto trasparente di un festival come quello siciliano. È tutto scritto lì: coraggio, attenzione, portata culturale, aggregazione, natura, rispetto. Non mancano le indicazioni per il rispetto delle norme regionali, ovviamente, come l’utilizzo della mascherina, la misurazione della temperatura corporea e un’autocertificazione che comunichi i gruppi di congiunti.

Ma è nella parte relativa ai divieti che emerge la grande portata culturale di un evento musicale: si legge infatti che è vietato “esternare qualsiasi forma di discriminazione razziale, etnica, religiosa, di genere o altre manifestazioni di intolleranza sia nei confronti del pubblico, degli artisti e del personale che sta svolgendo il proprio lavoro”. Si dovrà ripartire da qui se si vorrà andare lontano. E dunque lasciamolo qui il regolamento integrale di Indiegeno Fest, come un vademecum, una buona norma da seguire. E buona estate a tutti.

Articolo realizzato in collaborazione con Doc Servizi