Biografia
Negrar, 06:58 del mattino. Daniela ha faticato molto ed è al fianco di suo marito Alberto sfinita mentre aspetta solo che quella bestia esca dal suo corpo. Mi spiego bene: erano nove dannati mesi che aveva in sé una creatura che non smetteva di muoversi e tirare calci a destra e a manca. Ecco ero io. Arriva un giovedì di Aprile e il dilemma è chiarito. Nasce nell’ospedale Sacro Cuore un bambino particolarissimo: già vestito da cabaret con tanto di bastone alla Charlie Chaplin intento a ballare il Tip Tap e cantare un qualcosa di probabilmente assimilabile ad una primordiale Cucaracha.
Quel bambino cresce per 20 anni e diventa Raul (Alberto, Brando, Osvaldo, Vito: la storia dei miei mille nomi oggi la tralascerò per motivi di spazio) Pallotti come voi lo conoscerete: vi basti sapere che i miei vicini mi hanno pregato di inviarvi l’iscrizione perché, allontanandomi, avrebbero più speranza di dormire la mattina e non sentirmi cantare.
Quel bambino cresce per 20 anni e diventa Raul (Alberto, Brando, Osvaldo, Vito: la storia dei miei mille nomi oggi la tralascerò per motivi di spazio) Pallotti come voi lo conoscerete: vi basti sapere che i miei vicini mi hanno pregato di inviarvi l’iscrizione perché, allontanandomi, avrebbero più speranza di dormire la mattina e non sentirmi cantare.