Chi è il doppiatore?

Lavorare come doppiatore, in questo periodo storico, può essere difficile ma non impossibile, soprattutto quando si possiede l’arma del talento. Essere iscritti ad una piattaforma come Showgroup può essere un ottimo inizio, in quanto permette sia a chi si sta approcciando a questo mondo, sia a chi è già rodato, di imbattersi in buone opportunità di lavoro, incontrare colleghi e scambiarsi pareri ed esperienze.

La figura del doppiatore, rispetto a quella dell’attore, è meno propensa ad essere esaltata e e molto spesso il nome della doppiatrice o del doppiatore non è noto al pubblico. Tale “anonimato” ha sempre suscitato diverse reazioni: c’è chi crede che sia l’arma giusta, per garantire che sia la voce a spiccare, e c’è chi vive la situazione come uno svilimento di una professione che, seppur marginalmente, ha contribuito a creare la storia del cinema. Soprattutto in Italia, dove nei decenni passati si sono susseguiti, come vedremo, veri e propri maestri del mestiere.

Chi è il doppiatore?

Al contrario di ciò che si pensa, il percorso del doppiatore non è così distinto da quello dell’attore. Egli infatti, seppur solo con la voce, deve empatizzare con l’attore e interpretare – con doti attoriali – parole, emozioni (gioia, rabbia, tristezza, disperazione) le vicende vissute dalla sua controparte cinematografica. Compito tutt’altro che semplice. Nell’ultimo ventennio, comunque, del doppiaggio si è iniziato molto a parlare e ciò ha permesso a numerosi artisti di talento di uscire dall’ombra, tanto che si è assistito alla nascita di veri e propri fanclub del mestiere.

Il doppiaggio italiano è il migliore al mondo” sentiamo dire spesso. Ed in effetti, la scuola italiana del doppiaggio, creata a Roma nei primi anni ‘30, oltre ad essere tra le più antiche al mondo, è ancora oggi una tra le più vive del settore: il doppiaggio dei film, infatti, è un’arte tipicamente italiana, non così diffusa in altri paesi che spesso importano i film in lingua originale e li sottotitolano, anche sul grande schermo. 

Come diventare doppiatore?

Se si è certi di averne capacità, voglia e vocazione, il passo da fare è quello di iscriversi ad una scuola di doppiaggio. In Italia, come già accennato, abbiamo le migliori scuole al mondo per questo percorso e sono tutte private. È importante ricordare che non c’è un limite di età per intraprendere questa strada. Anzi, le voci più mature sono spesso quelle più richieste sul mercato.

Le migliori scuole di doppiaggio in Italia. 

Tra le più importanti e storiche scuole di doppiaggio in Italia ricordiamo:

 Voice Art Dubbing, che ha sedi nel centro e sud Italia. I corsi sono tenuti da doppiatori professionisti, come Tiziana Avarista che presta la voce ad Anne Hataway in Rachel Getting Married (2008), un film di Honathan Demme;

 Accademia Nazionale del Cinema, con sede a Bologna, che opera da oltre 30 anni ed è ritenuta tra le più autorevoli in Italia. Nel corso relativo unisce basi di recitazione, dizione e doppiaggio. Anch’essa ha nomi importanti tra i docenti, come Rodolfo Bianchi, pluripremiato doppiatore di Chuck Norris;

 Accademia del Doppiaggio, a Milano. Oltre al corso di doppiaggio, offre anche pre-corsi attitudinali per chi, senza esperienza, vuole capire se è il lavoro giusto per lui. Tra i suoi allievi vanta moltissimi doppiatori e doppiatrici come Guido di Naccio, Benedetta Degli innocenti, Francesco Cavuoto e così via.

Come lavorare col doppiaggio: i requisiti.

I requisiti, generalmente, sono due:

 aver frequentato un corso di dizione è un prerequisito fondamentale per lavorare col doppiaggio. La dizione è il modo in cui vengono pronunciate le parole e articolati i suoni, in questo caso, della lingua italiana. Certo, in molti film sono richieste le parlate regionali, ma saper parlare un italiano “neutro” rende il doppiatore più versatile e in grado di soddisfare diverse esigenze;

 aver frequentato un corso di recitazione perché, come detto in precedenza, il doppiatore deve essere necessariamente anche attore, per garantire l’emotività che la scena vuole trasmettere.

Fondamentale, comunque, è far ascoltare la propria voce, nel suo senso pratico. I social sono un ottimo strumento per farlo. Youtube, ad esempio, permette di condividere le proprie capacità e soprattutto di sperimentare. Fare da Voice-over a documentari, infografiche e ogni genere di video autoprodotto è un buon campo di allenamento alla vista di tutti. Bastano un microfono a condensatore di buona qualità e una buona scheda audio.

Come lavorare col doppiaggio: gli sbocchi professionali.

Il doppiaggio cinematografico è ovviamente il più conosciuto e negli ultimi anni esaltato. Ma sono tantissimi gli spazi che prevedono la presenza di doppiatori. Il doppiaggio televisivo, ad esempio, che è molto simile come caratteristiche a quello cinematografico: la recitazione è volta al racconto della trama, così come nel caso del doppiaggio dei videogiochi o dei cartoni animati (che hanno una complessità maggiore in quanto il volto dei personaggi molto spesso non trasmette delle vere e proprie emozioni umane, deducibili solo dalla voce).

Leggermente differente è il doppiaggio pubblicitario: la recitazione è rivolta a veicolare un messaggio promozionale anche quando la scena che noi vediamo apparentemente non è attinente. Al doppiatore pubblicitario è richiesta versatilità in tempi ristretti.

Altre declinazioni del doppiaggio sono ovviamente le voci fuori campo e gli speaker radiofonici o di eventi.

Collegate al mestiere del doppiatore abbiamo poi altre figure professionali non meno importanti nella realizzazione del prodotto finale:

  il traduttore e adattatore, che si occupa delle fasi precedenti cercando di rimanere fedele all’opera originale;

  il direttore del doppiaggio, che sceglie le voci più consone ai personaggi e dirige i doppiatori;

  l’assistente al doppiaggio, che pianifica e coordina il lavoro;

  il sincronizzatore, che cerca di allineare il labiale dell’attore e del doppiatore, lavorando al fianco del montaggio audio in generale.

Inoltre, è da sottolineare che la carriera del doppiatore molto spesso apre le porte anche alla recitazione tradizionale. Esempio di ciò è Luca Ward doppiatore di nomi del calibro di Kevin Costner, Robert Downey Jr. o Keanu Reeves e attore cinematografico, televisivo e teatrale in film come 7 km da Gerusalemme (2007), Scusa ma ti chiamo amore (2008), Serie TV famosissime come Don Matteo o Un posto al sole e spettacoli teatrali come La valigia. O ancora, Francesco Pannofino, doppiatore storico di Denzel Washington e George Clooney e attore in molti film e serie tv italiane tra cui la celebre Boris e l’omonimo film del 2011.

Doppiatori italiani.

Oltre ai due appena citati, Ward e Pannofino che rappresentano l’eccellenza italiana, sono tantissimi i doppiatori più o meno conosciuti formatisi nel nostro paese:

Ferruccio Amendola, storico doppiatore di star del cinema quali Robert De Niro, Sylvester Stallone e Dustin Hoffman, ha prestato la voce anche ad Al Pacino.

Giancarlo Giannini (Cofondatore di Cine Video Doppiatori, società italiana di doppiaggio) doppiatore di Al Pacino in film come Profumo di Donna (1992), Carlito’s Way (1993) o Donnie Brasco (1997), ha prestato la voce al Joker di Jack Nicholson nel Batman (1989) di Tim Burton, a Heath Ledger nel Cavaliere Oscuro (2008) di Christopher Nolan ed infine a Joaquin Phoenix, il Joker (2019) di Todd Phillips, vincitore del premio Oscar come Miglior Attore Protagonista nel 2020.

Francesco Bucklean doppiatore di Matt Damon, Wenthwort Miller e Ewan McGregor;

Fabio Boccanera, voce di Johnny Depp, Colin Farrell e Ben Affleck.

Senza dimenticarci delle doppiatrici come:

Eleonora De Angelis, spesso voce di Jennifer Aniston e Cameron Diaz;

Letizia Ciampa, voce di Emma Watson.

La professione del doppiaggio, poi, con i social network e con il suo riconoscimento si è diffusa anche tra altre personalità: sono sempre di più gli Youtuber, i cantanti e i personaggi dello spettacolo che si cimentano in questa impresa.

Ne sono un esempio Fabio Rovazzi, autore del tormentone “Andiamo a comandare”, che ha prestato la voce agli Stormtrooper – iconici soldati in corazza bianca dell’universo di Star Wars – in Ralph spacca internet (2018), Star Wars L’ascesa di Skywalker (2019), in The Mandalorian (2020), oltre al personaggio di Morte nel videogioco Call of Duty: Modern Warfare.

Insomma, la professione sta diventando alla portata di tutti. Nonostante ciò, il percorso di formazione rimane importante. E rimane importante anche perseverare. Dando per scontato, con realismo, che ben difficilmente si arriverà ad essere i doppiatori di Al Pacino appena entrati in questo mondo. Bisogna iniziare a farsi conoscere, anche tramite una piattaforma come Showgroup o inviando il proprio CV e alcune registrazioni per i casting a case di produzione che si occupano di pubblicità.

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