Partita IVA: come funziona per gli artisti?

Partita IVA artista: tutte le possibilità e come affrontarle

Lavorare nel mondo dell’arte, dello spettacolo e degli eventi è un’esperienza stimolante, un modo per mettere a frutto la propria attitudine creativa, le doti manuali o le competenze tecniche acquisite durante gli anni di formazione.
Tuttavia, sempre più spesso, per entrare a far parte di questi settori, bisogna essere pronti a “lanciarsi” verso una carriera da freelance e, quindi, ad aprire una “Partita IVA da artista”, scegliendo l’inquadramento più affine al proprio ruolo.
Le possibilità, a tal proposito, sono davvero tantissime: sia in campo artistico, sia in quello dell’intrattenimento in generale, troviamo decine di figure – diverse, ma ugualmente indispensabili – che collaborano in vista di un obiettivo comune.
Scopriamo, pertanto, cosa vuol dire nella vita reale “aprire Partita IVA come artista” o come operatore dello spettacolo, quali sono i principali inquadramenti e come comportarsi per svolgere il lavoro dei propri sogni ed essere in regola!

Ecco i principali inquadramenti e come comportarsi

Per gli operatori dello spettacolo esistono 3 tipi differenti di inquadramento, scopriamoli insieme!

1.Lavori nel mondo dell’arte o dello spettacolo?

Partita IVA: come funziona per gli artisti

La prima categoria su cui vogliamo concentrare l’attenzione è quella dei “professionisti dell’arte e dello spettacolo”, che comprende tutte le figure che calcano il palcoscenico e/o che svolgono performance di natura artistica. 

Qualche esempio?

Cantanti, musicisti, deejay e vocalist, ballerini e ballerine, cubisti, performer, artisti circensi, attori e cabarettisti, cosplayer, prestigiatori e illusionisti, stuntman, animatori, modelli e modelle, presentatori, speaker radiofonici, doppiatori, ecc…
Nel medesimo gruppo troviamo anche quelle figure che non si esibiscono in prima persona, ma che contribuiscono allo show da “dietro le quinte”.
Ovvero: coreografi, fotografi e videomaker, hairstylist, make-up artist, scenografi, service e tecnici audio & luci, sceneggiatori e copywriter, ecc..
Tutte le figure qui menzionate, a meno che non risultino assunte con regolare contratto da compagnie, agenzie, ecc… operano in qualità di freelance o, più precisamente, di liberi professionisti con la Partita IVA, tenuti ad emettere fattura.
Inoltre, se in possesso dei requisiti vigenti, sono compatibili, dal punto di vista fiscale, con l’applicazione del regime forfettario, che permette loro di versare solo il 15% di imposte (o, in alcuni casi, addirittura il 5% per i primi cinque anni) e di godere di svariate agevolazioni (franchigia IVA, assenza di contabilità, ecc.).

2.Se la tua è una “professione mista”, ecco cosa dovresti sapere

Più frequentemente, però, i lavoratori dello spettacolo sono retribuiti con quello che, in gergo, si chiama “prodotto 60/40”. Ossia: 60% della prestazione professionale con collocamento ex-Enpals e 40% diritto d’autore o d’immagine.
Chi svolge un’attività “mista”, invece, fa riferimento sia ad ex-Enpals, sia anche alla Gestione Separata Inps (che racchiude tutti i freelance senza Cassa apposita) per le prestazioni che non prevedono la formula sopra descritta.
All’interno dei piccoli e grandi eventi lavorano anche alcuni professionisti che, a differenza di quelli finora citati, fanno riferimento alla sola GS, come chef a domicilio, cake designer, traduttori, interpreti, oltre agli stessi organizzatori.

3.Ultima categoria: inquadramento artigiani

Infine, vi è un terzo ed ultimo gruppo di lavoratori: quelli inquadrati come artigiani – e quindi come ditte individuali – e non come liberi professionisti.
Chi sono? Truccabimbi, addetti al montaggio di addobbi e allestimenti, fioristi e, ancora, molteplici figure compatibili con il regime fiscale forfettario, che fanno riferimento, per la previdenza, alla Gestione Artigiani e Commercianti Inps.

Partita IVA artista: come aprirla e quanto costa?

Partita IVA per artista quanto costa e come aprirla

Rispondiamo, adesso, alla domanda clou del nostro articolo, vale a dire: “Come si apre una Partita IVA da artista e quali sono i costi iniziali?”.
Possiamo distinguere due procedure separate: una più breve, per i professionisti dell’arte e dello spettacolo (poco importa se collocati anche nella Gestione ex-Enpals), e una seconda più complessa, per le figure inquadrate come artigiani.

4 passaggi da seguire per i professionisti dell’arte e dello spettacolo

I passaggi da seguire, nel primo caso, sono quattro:

  1. Presentazione Modello AA9/12 tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate.
  2. Indicazione Codice ATECO (es. “90.01.09 – Altre attività di rappresentazioni artistiche” o “90.03.09 – Altre attività di creazioni artistiche” e via così).
  3. Scelta tra regime ordinario e regime forfettario.
  4. Iscrizione alla Gestione Separata Inps (per chi svolge un’attività “mista”).

Non sono previsti costi vivi, ma solamente per l’assistenza fornita da un eventuale intermediario: di solito la tariffa è compresa tra 200 e 400 euro + IVA.

5 passaggi da seguire per coloro che rientrano nella categoria “artigiani”

Invece, le ditte individuali – artigiani o commercianti – devono ricorrere alla ComUnica, una pratica telematica che accorpa i seguenti adempimenti:

  1. Apertura Partita IVA e definizione Codice ATECO / regime fiscale.
  2. Apertura ditta individuale e iscrizione al Registro Imprese
  3. Iscrizione REA o Albo Artigiani
  4. Iscrizione alla Gestione Artigiani e Commercianti Inps.
  5. Iscrizione Inail (ove necessaria).

Contestualmente, se l’attività intrapresa è vincolata al possesso di uno o più requisiti (es. qualifiche, attestati o requisiti ambientali, edili, di sicurezza, ecc.), è necessario presentare telematicamente anche la SCIA presso il proprio Comune.
In questo caso, oltre ai costi vivi (circa 100 – 150 euro), bisogna preventivare anche diverse centinaia di euro per il supporto di un consulente fiscale.
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Partita IVA per artista: come funziona e come aprirla

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