Partita IVA per attori: come funziona

Qualsiasi settore artistico, anche quello della recitazione, prevede l’adempimento di determinati obblighi burocratici, necessari per poter avviare un’attività in regola.

Insieme a musicisti, cantanti, operatori e altre figure, gli attori rientrano nella categoria dei cosiddetti “lavoratori dello spettacolo“. La principale differenza con altre figure professionali sta nella contribuzione che, a seconda delle prestazioni, fa capo all’ex-ENPALS.

Se ti interessa aprire la partita IVA per dedicarti alla tua carriera a tempo pieno, in questa guida scoprirai tutto ciò che devi sapere per lavorare come attore.

Partita IVA o prestazione occasionale?

Partita IVA per attori come funzionaOggigiorno, lavorare come attore significa lavorare come freelance e, quindi, ad aprire una “partita IVA da artista”, scegliendo l’inquadramento più affine al proprio ruolo. È anche vero che l’apertura della partita IVA non è un passaggio obbligatorio, soprattutto all’inizio.

È il caso ad esempio di un dilettante, o di una persona che vive la recitazione come un hobby. In questo caso, è possibile ricevere un compenso economico tramite prestazione occasionale, esponendo una ritenuta pari al 20% (se il committente è un’azienda italiana). Puoi dunque lavorare senza partita IVA se non svolgi l’attività a livello professionale, se sei un lavoratore autonomo e, soprattutto, se i compensi sono saltuari.

La prestazione occasionale ha però dei limiti economici, superati i quali è obbligatorio procedere all’apertura della partita IVA. Ciascun lavoratore, nel corso dell’anno solare, non può superare il tetto dei 5.000 euro lordi, altrimenti scatta l’obbligo contributivo. Inoltre, la durata del lavoro occasionale non deve superare i 30 giorni all’anno.

Dunque, ad essere obbligati ad aprire una partita IVA sono tutti quei professionisti giovani o con maggiore esperienza che svolgono un’attività abituale e continuativa.

Partita IVA per attori: apertura e funzionamento

Partita IVA per attori come funzionaCome abbiamo visto, le cose cambiano quando la recitazione prevede entrate fisse, con prestazioni artistiche che durano per lunghi periodi e che sono continuative nel corso dell’anno. In questo caso, l’apertura della Partita IVA come attore è obbligatoria.

Il lavoratore può scegliere se muoversi in completa autonomia o se affidarsi ad un commercialista, che ne curerà anche la contabilità e la gestione fiscale. L’apertura della partita IVA è gratuita e non comporta alcun tipo di costo. L’unica spesa potrebbe riguardare l’onorario del professionista che cura la pratica. La partita IVA può essere aperta anche online: basterà seguire una procedura in cui inserire i dati personali e dell’attività che si desidera svolgere.

In alternativa, puoi richiedere la consulenza dedicata su Fiscozen, azienda che offre un servizio alternativo a quello di un commercialista, e che permette di gestire la partita IVA su un’unica piattaforma online. Tramite Showgroup puoi ottenere uno sconto speciale sul primo anno di abbonamento e una consulenza dedicata in ambito partita IVA.

Per iniziare ti basterà compilare il form qui presente, inserire le informazioni richieste ed aspettare di essere contattato da un consulente Fiscozen.

A prescindere che si scelga di essere seguiti o meno da un revisore contabile, è importante avere ben chiari determinati concetti.

Il codice ATECO per gli attori

Il codice ATECO è quella classificazione che differenzia le varie categorie professionali per fini fiscali e statistici. Si tratta di un codice alfanumerico che viene fornito all’apertura di una nuova attività e ne rende possibile la classificazione a livello contributivo. Ogni codice pertanto corrisponde ad un’attività lavorativa diversa. Ad esempio, un attore avrà un codice ATECO diverso da un avvocato o da un medico.

La recitazione prevede due codici specifici, così distinti dall’Agenzia delle Entrate:

  • 90.01.01 – Attività nel campo della recitazione – rappresentazioni di spettacoli teatrali dal vivo, attività di artisti individuali quali attori;
  • 90.01.09 – Altre rappresentazioni artistiche, tra cui rappresentazioni di concerti, di opere liriche o di balletti e di altre produzioni artistiche.

Il secondo codice ATECO può essere adottato dagli attori che spaziano dalla recitazione ad altre tipologie di spettacolo. Il codice ATECO viene attribuito al lavoratore in fase di apertura di partita IVA dalla Camera di Commercio.

L’iscrizione alla Camera di Commercio

Tutte le attività professionali avviate in proprio proprio prevedono l’iscrizione alla Camera di Commercio, un obbligo legale che ricade su ogni azienda.

La procedura telematica avviene tramite la cosiddetta Procedura Unica: una volta inoltrata la comunicazione, la Camera di Commercio procederà automaticamente all’iscrizione della tua attività al Registro delle Imprese.

La procedura di iscrizione comporta un costo tra i 200 e i 300 euro e prevede il rilascio immediato del Certificato di Iscrizione.

Regime ordinario o forfettario?

La decisione più importante da prendere quando si apre la partita IVA per attori, riguarda il regime fiscale più adatto alle nostre esigenze. Da un determinato regime dipende l’ammontare delle imposte che dovrai versare a partire dall’anno successivo a quello di apertura della Partita IVA attori.

La soluzione preferita dalla maggior parte degli attori è il regime forfettario, che offre diversi vantaggi e sgravi fiscali. Rispetto al regime ordinario, il forfettario presenta un’aliquota di tassazione più bassa.

Il regime forfettario permette al lavoratore di versare solo il 15% di imposte (o, in alcuni casi, addirittura il 5% per i primi cinque anni) e di godere di vari sgravi (franchigia IVA, assenza di contabilità, ecc.).

Con il regime ordinario, invece, il lavoratore è tenuto a maggiori adempienti e molte meno agevolazioni dal punto di vista fiscale. L’aliquota è differenziata in base a cinque diverse fasce contributive, che vanno dal 23% al 43%: decisamente più alta rispetto al 15% previsto con il regime forfettario.

C’è però un grande vantaggio a favore del regime ordinario, che non si ha con il forfettario: la deducibilità delle spese. Con l’ordinario avrai diritto alla deduzione delle spese effettivamente sostenute durante lo svolgimento della tua attività con Partita Iva, anche non riguardanti la tua attività professionale (come mutui, spese mediche ecc…).

Se quindi prevedi un ammontare particolarmente alto di spese da detrarre, non ti converrà aderire al regime forfettario, che risulta conveniente per la maggior parte degli attori.

Solo in seguito all’apertura della partita IVA potrai promuovere i tuoi servizi come attore e avere una vetrina pubblicitaria.

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